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INTERVISTA A LUCA GIANSANTI: DALLA CLINICA, A RAI2, A TIKTOK

Luca Giansanti è un veterinario, amante degli animali, che ha avuto un grande successo anche con i suoi video pubblicati su TikTok.

Abbiamo intervistato il giovanissimo veterinario tuscolano che, oltre a condurre “La clinica degli animali”, rubrica del programma i Fatti Vostri condotto da Anna Falchi e Salvo Sottile in onda su Rai 2, si diletta a creare video su TikTok dedicati agli animali, sensibilizzando il suo grande pubblico su tematiche delicate e talvolta trascurate.

Ciao Luca, di cosa ti occupi?
“Io sono un medico, chirurgo, veterinario, specializzato in ecografia. Mi piace tanto il pronto soccorso e lavoro come pronto soccorsista da quattro anni e, per scelta, non ho una struttura in cui seguire i miei clienti ma li seguo a domicilio in tutta Roma, dal momento che, facendo tante cose, mi risulta difficile dedicarmi per bene ad una struttura tutto il giorno.”
Conduci il programma su Rai2 “Fatti Vostri”. Ce ne puoi parlare?
“Sono stato trovato a gennaio sui social dall’autore che cercava un veterinario.
Dopo tanti colloqui, sono stato scelto perché a suo avviso riesco bene a catturare l’attenzione. Sono stato fortunato, ho iniziato un viaggio bellissimo in un mondo in cui non mi aspetto di ritrovarmi da un giorno all’altro, passando dalla clinica veterinaria, da un ambulatorio ad un set cinematografico, con delle telecamere. È un mondo bello, ho scoperto persone che, vedendole da fuori, comodamente a casa, su uno schermo, sembrerebbero sul piedistallo, ma che, conoscendole lì, si sono rivelate delle persone amiche, di cui ci si può fidare, capaci di mettere a proprio agio l’altro. Ho capito molte cose sul funzionamento della televisione, dei tempi televisivi, di quanto ci si sforzi a lavorare, in cinque minuti, su un copione di quindici minuti, imparando a rispettare le tempistiche, la regia, il montaggio, l’interpretazione, la costruzione del programma. È una scoperta bellissima che ha anche i suoi difetti, i suoi ingranaggi.”
Cosa pensi della situazione attuale in termini di sensibilità verso gli animali?
“Di base, secondo me, c’è una sensibilità un po’ fittizia: ci sono persone che amano realmente gli animali e che si prodigano con un volontariato che implica una grande dedizione; dall’altro lato, purtroppo, c’è gente che non si rende conto della responsabilità di una vita, a partire dal randagismo al problema sociale italiano fermo al passato. Il mio ruolo è quello di sensibilizzare su determinate tematiche. Io ho iniziato questo lavoro perché pensavo che la maggior parte dei miei clienti non fossero in grado di gestire certe situazioni: alcuni non sanno nulla del microchip o delle caratteristiche proprie degli animali, ad esempio. Io voglio rendere i proprietari consapevoli del loro cane, di avere cura di una vita, cioè entrare in contatto con loro. In Italia, purtroppo, c’è tanta gente benevolente, ma ci sono anche persone egoiste che guardano a sé stesse senza andare oltre. Ed è proprio questo che bisogna smuovere.”
Quando hai iniziato a girare video su TikTok? Che messaggio vuoi trasmettere?
“In tutti i miei anni universitari non ho mai pensato a questo genere di social. Ho iniziato ad usare Instagram per cause di forza maggiore, solamente perché, per un lavoro di ecografia, dovevo cercare degli hashtag che mi mostravano esperienze dirette di lavori di veterinari che non potevo trovare nemmeno in un’enciclopedia. Ho iniziato a fare video su TikTok un anno e mezzo fa su consiglio di una collega, per puro gioco. Ho iniziato con un video divertente, che poi ho eliminato, però ricordo che ci furono cinquecento mila visualizzazioni in poco tempo. Allora ho captato la potenzialità di questo mezzo e ho iniziato a sfruttarlo per relazionarmi con i clienti, producendo video di maggior qualità.”
Da dove pensi derivi il tuo successo con questi video su TikTok?
“Penso che ci siano persone che mi apprezzano dal punto di vista estetico, perché non sono timido e metto in mostra degli aspetti positivi che possano catturare l’attenzione. E poi per la mia professionalità, infatti molti miei clienti apprezzano la mie competenze e mi danno fiducia. Vorrei proprio che, guardando un mio video, le persone mi seguissero per la completezza dei contenuti o per tutte le emozioni che trasmetto: calma, spensieratezza, molta conoscenza di base che, purtroppo, spesso non si ha.”
Nell’attuale panorama della condivisione, in cui tutto è messo a servizio dei social, quali sono secondo te i pro e i contro?
“I social seguono il progresso e aiutano ad apprendere molto più facilmente le nozioni, in un arco di tempo breve, che molti anni fa non era nemmeno immaginabile. Prima bisognava consultare un’enciclopedia, andare in biblioteca. Oggi c’é una varietà enorme di contenuti. Il grandissimo pro, dunque, risiede nella capacità dei social di assecondare le passioni dell’utente, affinando le proprie conoscenze, le proprie capacità, gli argomenti da trattare e studiare. Quello che, invece, non apprezzo è l’importanza attribuita a contenuti che non hanno senso, spinti, privi di valore culturale. Il lavoro che bisognerebbe fare sui social, secondo me, è selezionare i canali.”
Cosa direbbe il tuo te bambino di tanti anni fa? È riuscito a realizzare tutti i suoi sogni?
“Impossibile, perché io sono un figlio unico viziato che non si accontenta mai (ride). Non sarò mai soddisfatto di quello che ho. Io bramo sempre di più. Io non mi accontento, dal lavoro alla vita relazionale. Valorizzo quello che possiedo, mi piace pensare che ho raggiunto tutto con le mie mani. Sono una persona audace e ho avuto tanta fortuna. Come dice un detto, la fortuna aiuta gli audaci. Ogni tanto vorrei prendere uno zaino e partire per l’esplorazione di nuovi luoghi, perché quello che vedo non mi basta mai. Penso che la vita sia talmente breve che, seppur una persona possa fare di tutto per raggiungere il traguardo, non sarebbe mai possibile perché c’è tanto da imparare e da vedere ancora.”

Sanità, Assotutela: “Regione Lazio chiarisca su “cimitero del letto” a Ifo Regina Elena e San Gallicano”

“Questa associazione intende esprimere tutta la propria preoccupazione e tutta la propria perplessità per quanto starebbe accadendo agli Istituti fisioterapici ospitalieri Regina Elena e San Gallicano di Roma, dove ci viene segnalato un singolare accatastamento di decine e decine di letti all’interno di una spiazzale dell’istituto. Leggi tutto

UN DIALOGO CON KIKO DJ

Kiko DJ, nome d’arte di Andrea, è un sognatore, inguaribile romantico e un artista che vive di musica, passione e sensibilità. Profondamente interessato al sociale, nel suo rapporto con Assotutela, dedica molto tempo alla cura e alla serenità dell’altro.

In un interessante e delicato dialogo con lui, Kiko ci racconta la sua vita interiore, la sua grande umanità, le sue esperienze musicali e i suoi spiragli di luce.

Ciao Kiko. Cosa ti piace fare nella vita?
“Nella vita mi piace fare tante cose; nel mio lavoro, soprattutto, mi piace far divertire e far stare bene la gente. Mi dedico anche ad aiutare la gente, senza avere nulla in cambio, solo un sorriso. Non mi piace stare fermo, senza la mente impegnata perché mi dà la sensazione di non essere utile.”
Come ti descriveresti?
“Una persona buona, romantica e vulcanica.”
Cosa significa per te la musica? Il tuo genere musicale preferito?
“La musica è la mia vita, mi accompagna in ogni momento, sia bello che brutto. È come l’acqua per un assetato nel deserto. Il mio genere preferito è la Tech-house.”
Hai scritto canzoni/ prodotto qualcosa?
“No, non sono ancora un producer ma conto di diventarlo a breve.”
Qualcuno che stimi o a cui ti ispiri nella vita?
“Mi ispiro sempre alle persone che hanno voglia di migliorare, di fare qualcosa di bello per sé stessi ma anche per gli altri.”
Ci spiegheresti da dove nasce questo tuo grande impegno nel sociale per aiutare le persone più fragili?
“Da circa dieci anni collaboro con Onlus e con associazioni che organizzano eventi per il sociale. Il mio impegno è quello di portare la musica, di sostenere tutte le persone che mi circondano. Io sono una persona molto sensibile e per me è difficile andare sul luogo e toccare con mano la sofferenza. Ogni evento che ho portato a termine l’ho sentito mio e ho sofferto nel vedere persone che stavano male, ma mi ha fatto anche gioire vedere i buoni risultati del mio intervento e di quello di tutti.”
Cosa ti trasmette positività?
“Io abito al mare e mi mette tanta positività svegliarmi e vedere il sorgere del sole sul mare. Inoltre, mi trasmettono tanta energia anche le persone che hanno voglia di fare o il mio pubblico quando mi esibisco in qualche locale.”
Dove ti esibisci dal vivo?
“Tra le esibizioni che ricordo come esperienze più belle ci sono quelle di piazza XX Settembre di Fano due anni fa, prima della chiusura del Covid e a Ibiza con una mia collega. Attualmente, a Roma curo e faccio parte di eventi insieme alle Drag Queen.”
Hobby?
“Lo sport e lo shopping.” (ride)

LA NOTTE DELLA TARANTA

Torna la Notte della Taranta 2022, la celebre kermesse in programma stasera, giunta alla 25esima edizione. Si terrà presso il comune di  Melpignano, in provincia di Lecce. Grandi professionisti come ospiti: Elodie, Marco Mengoni, Stomae, Samuele Bersani, Massimo Pericolo. La narratrice della kermesse sarà Madame, accompagnata dal critico musicale Gino Castaldo.

“La Notte della Taranta – ha riferito il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – è per me un luogo di partecipazione, incontro e conoscenza tra culture. Quando degli artisti si incontrano non è detto debba nascere per forza qualcosa di straordinario. Ma serve provarci e avere la voglia di incontrarsi: un evento come la Notte della Taranta si sottopone proprio a questo processo di riordino mentale che avviene attraverso la creatività. Per noi significa accogliere tutte queste passioni e idee creative: c’è naturalmente una macchina complessa, dietro una manifestazione così importante che è al lavoro tutto l’anno, con una fatica inenarrabile che comporta anche dei rischi. Il consiglio di amministrazione si assume la responsabilità delle scelte in piena autonomia che – mi preme dirlo – ho sempre condiviso, capendo anche le numerose difficoltà. Ci vuole coraggio e per questo ringrazio tutto il Cda. Ho verificato in questi lunghi mesi di preparazione quanto le scelte assunte siano state apprezzate prima di tutto dall’opinione pubblica, come quella del maestro concertatore cui va la nostra stima.
Non vedo l’ora di condividere e godere di questa manifestazione specialmente con le giovani generazioni. Buon lavoro a tutti e buona Notte della Taranta”.
L’Orchestra sarà composta dai cantanti e tamburellisti Consuelo Alfieri (organetto) Alessandra Caiulo, Stefania Morciano, Enza Pagliara, Antonio Amato, Salvatore Cavallo Galeanda Giancarlo Paglialunga, e dai musicisti Gianluca Longo (mandola), Peppo Grassi (mandolino), Attilio Turrisi (chitarra battente), Giuseppe Astore (violino) Roberto Chiga, Alessandro Chiga, Carlo Canaglia De Pascali (tamburello salentino), Roberto Gemma (mantici), Nico Berardi (fiati), Leonardo Cordella (organetto), Alessandro Monteduro (percussioni), Antonio Dema De Marianis (batteria), Valerio Combass Bruno (basso), Gioele Nuzzo (tamburello e didgeridoo).
All’Orchestra Popolare si uniranno una sezione fiati composta da Mattia Dalla Pozza (sax), Francesco Minutello (tromba), Federico Pierantoni (trombone) e Raul Moretto (tuba), e una sezione archi composta da Caterina Coco(violino), Elisa Cavalazzi (violino), Matteo Lipari (viola), Simone Giorgini (violino) e Simone Sitta (violoncello). Saranno presenti anche Vanni Casagrande (Synth e percussioni) e Marcello Piccinini (percussioni).
Il Corpo di Ballo, con la celebre pizzica, sarà composto da Mihaela Coluccia, Cristina Frassanito, Serena Pellegrino, Lucia Scarabino, Veronica Mele, Stefano Campagna, Andrea Caracuta, Marco Martano, Fabrizio Nigro e Mattia Politi. A loro si uniranno sei professionisti: Serena Pomer, Vittoria Markov, Gabriele Riccio, Alessandro Covarelli, Gabriele Virgilio e Francesco Cariello, assistente della coreografa. La serata si unisce al centenario di Pier Paolo Pasolini e, dunque, ci sarà un omaggio al poeta, attingendo al suo Canzoniere Italiano.

Elezioni: Pittella contro Fatto Quotidiano, ‘riportate fantomatiche condanne e procedimenti inesistenti’

Il senatore Gianni Pittella sindaco di Lauria e già presidente e vicepresidente del parlamento europeo, ha dato mandato di procedere legalmente nei confronti del quotidiano del quotidiano “Il Fatto Quotidiano”. Lo rende noto il suo legale, l’avvocato Massimo Ferrandino.
“Nell’edizione odierna si riscontra un diffamatorio articolo apparso in prima pagina, a firma di Marco Travaglio, nel quale vengono riportate fantomatiche condanne ed inesistenti procedimenti penali in corso, riferiti al senatore Pittella”, afferma il legale in una nota.

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Il senatore ha dato mandato al suo legale di procedere dopo articolo Travaglio

Il senatore Gianni Pittella, sindaco di Lauria e già presidente e vicepresidente del Parlamento Europeo, ha dato mandato al proprio legale di fiducia, l’avvocato Massimo Ferrandino, di procedere nei confronti del ‘Fatto Quotidiano’. “Nell’edizione odierna del giornale, si riscontra un articolo diffamatorio apparso in prima pagina a firma di Marco Travaglio, nel quale vengono riportate fantomatiche condanne e procedimenti inesistenti penali in corso, riferiti al senatore Pittella”, si legge nella nota del difensore.

(Asc/Adnkronos)

ISSN 2465 – 1222

26-Aug-2022 12:20

“RIFLESSO DEL ALMA”: INTERVISTA A IRENE ANTONUCCI 

Irene Antonucci è un’ attrice pugliese, regista, content creator, la cui carriera nel mondo dello spettacolo ruota attorno al doppiaggio, alla drammaturgia teatrale, al cinema, alla televisione. 

Nata a Trani, cresciuta in varie parti del mondo, sente il richiamo della sua anima altrove. Vincitrice di vari premi, in un’intervista esclusiva ci racconta del suo ultimo cortometraggio, di produzione colombo-italiana, dal titolo “Riflesso del Alma”. La sua passione per il mondo latino, la porta a creare una storia in cui due anime estranee entrano in sintonia da subito, sentono di conoscersi già da tempo, di appartenersi. Sentimenti umani che entrano in relazione in un mondo in continua trasformazione.

Chi è Irene Antonucci?
“Faccio sempre un po’ fatica a definirmi. Posso dire che è una donna che mantiene le sue radici dai colori pugliesi, quindi la genuinità, la forza, l’empatia, l’ambizione, la grinta di portar fuori tutto l’amore e le emozioni, rimanendo sempre con i piedi per terra.”
Quando hai intrapreso la carriera nello spettacolo?
“Io ho iniziato da piccolina: a quattordici anni ero sui palcoscenici, ho iniziato a lavorare con le televisioni regionali e poi da lì c’è stato un percorso non molto lineare perché mi sono laureata in Filosofia. Ma non c’è un’età per fare l’attore perché dipende da quale ruolo si interpreta. Ho sempre avuto un amore per il fuoco della Settima Arte, cioè per la recitazione. All’inizio sono andata alla ricerca del perché sentissi questa chiamata. Per me è una missione il saper comunicare, trasmettere dei messaggi. I miei progetti sono di natura sociale al fine di poter dare un contributo alle persone attraverso l’audiovisivo.”
Durante le tue trasferte per lavoro, c’è qualcosa che custodisci e che porti sempre con te circa i tuoi ricordi, le tue esperienze e il calore della tua terra pugliese?
“Ogni esperienza ha i suoi colori e i suoi sapori. Ho viaggiato tanto, dal Messico a Cuba, alla Colombia, al Nord Europa. Ritengo che il piacere di casa lo si riscopre quando si è fuori casa per un periodo molto lungo. Quando si è più giovani non si apprezzano molte cose perché dentro di sé c’è la voglia di scoprire cosa si nasconde dietro l’orizzonte e quando ci si espone oltre i limiti, che spesso sono limiti mentali, si supera la zona di comfort e si può sperimentare sé stessi. Riscoprire il piacere delle proprie origini, con un background e degli occhi differenti, è una delle esperienze più belle che l’essere umano possa fare. Ad oggi, posso dire di portare con me le mie radici ma con una visione del mondo totalmente diversa da prima.”
Cosa rivedi di te stessa nella cultura latina, verso la quale hai un amore particolare e dalla quale scaturisce il tuo ultimo cortometraggio?
“Il Sud America mi ha sempre chiamato. L’anno scorso sono stata scelta da un regista colombiano ed entro un mese ho imparato lo spagnolo. Adesso posso definirmi bilingue perché la sento come se fosse una mia lingua originaria. Sento quest’appartenenza interiore; c’è un po’ del sovrannaturale in questo sentimento perché credo nei segnali che la vita ci pone sul nostro cammino. Successivamente ho vinto un premio da parte di un Digital Media Fest di Roma che era gemellato con tutti i festival digital del mondo ed è successo proprio per il Bogotà Web Fest. A quel punto ho pensato che probabilmente ci fossero troppi segnali e troppe cose non casuali; volevo scoprire cosa mi stesse riservando la Colombia. Perciò ho fatto un’indagine di mercato sulle principali agenzie, sulle produzioni, sulle televisioni e mi sono recata lì, per poi trovare il mio manager. Ho girato un film horror intitolato “Shit happens” con la regia di Mancel Martinez e, successivamente, è arrivato il momento di “Riflesso del Alma”, grazie ad una sorella acquisita, Juliana Cortés, con la quale ho trovato molte connessioni e che ho conosciuto ad una conferenza di beneficenza in cui ho appreso tanto. Abbiamo iniziato a ridere, piangere, sognare insieme e a fare un percorso di ricerca dei motivi di tante connessioni. Così è nato “Riflesso del Alma”, un riflesso nello specchio, nonché un percorso che passa attraverso noi donne perché abbiamo una sensibilità, un’emotività differente rispetto agli uomini: quando due donne si incontrano e non c’è competizione ma collaborazione e sinergia non ci sono limiti alla creatività. Il cortometraggio parla di una stessa anima reincarnata in due vite differenti, la mia negli anni Venti e la sua nei giorni nostri in Colombia. Le due protagoniste hanno una conversazione telepatica, dalla quale scaturisce una serie di simbologie, ad esempio il riflesso allo specchio, la numerologia 11-11 che è un numero angelico. Questi simboli portano ad una discussione telepatica sul perché nella vita si sceglie di essere artisti nonostante questo sia un percorso molto tormentato e complesso, che richiede dei sacrifici personali in nome del fuoco dell’arte. Il messaggio è racchiuso nell’inno all’amore per la vita vera: quando si è ricettivi a quello che accade intorno si riesce a dare una spiegazione con la propria anima, aprendo il cuore a cose meravigliose. Bisogna modificare il proprio pensiero al fine di raggiungere i propri obiettivi e i propri sogni che sono supportati dall’azione. Ad oggi, il corto sta partecipando alla finale del Festival della Colombia Smart Films. È in finale anche all’Aprilia Film Festival in Italia. Tra l’altro entrambi i festival si svolgeranno negli stessi giorni, contemporaneamente Juliana Cortés rappresenterà il corto in Colombia ed io in Italia, dal 6 all’11 del prossimo Settembre 2022. È una storia un po’ particolare e mi piace l’idea di poterla raccontare a più persone possibili perché può essere una fonte d’ispirazione per tutti coloro che vedono dei segni nella propria vita ma non sanno darne una spiegazione.”

Credi nel destino?
“Credo nell’energia. Noi siamo fatti di étere. La cosa che mi affascina della Colombia è che ha profonde radici energetiche, si crede nel corpo sottile e nell’idea che, modificando il proprio pensiero, si possano attrarre cose meravigliose.”
È stato già girato il cortometraggio?
“Sì, è stato girato nell’aprile 2022.”
Stai lavorando ad altri progetti?
“Ho da poco terminato il set del film “Rumore” del regista pugliese Nicola Telesca, distribuito da Rai Cinema, prossimamente nelle sale e di seguito visibile sul piccolo schermo. Il mio ruolo è quello di Natalya, braccio destro del Direttore, austera e professionale. Ma non vi dico altro, presto ne sentirete parlare. Ora sono impegnata sul set del Mediometraggio “Senza Nulla Volere” con la regia di Federico Menichelli, nel ruolo di Giulia. Il teaser è realizzato in Umbria, a Monte Castello di Vibio, Perugia e Assisi, in collaborazione con l’Ass. Mestieri del Cinema Umbri, attiva nell’ambito dell’Umbria Film Commission e co- prodotto da Studio Lumière (Matilde Pennacchi) e Mediterranea Productions (di cui ne sarà anche distribuzione). Il progetto avrà come riferimento storico il 1860, data che segna la nascita reale del Teatro di Monte Castello di Vibio.
Il teaser sarà presentato alla prossima 79^ Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.”
Cosa vorresti dire a chi si appresta a guardare il tuo cortometraggio?
“Gli direi di aprire la propria mente e di ascoltare il messaggio del cuore, affinché possa trarre ispirazione per la propria vita, ascoltare i segnali e superare i limiti per scoprire davvero dove si può arrivare.”

Canali social:
Official Web Site: www.ireneantonucci.com
FB: www.facebook.com/ireneantonucciofficial
IG: www.instagram.com/ireneantonucci_official
YT: https://youtube.com/c/IreneAntonucci

OMAGGIO A FABRIZIO DE ANDRÉ

Stasera dalle ore 20, all’Isola del Giglio, ci sarà la serata “Isole di Granito” ricca di cinema, musica, teatro e cucina, per ricordare Fabrizio De André, l’immortale cantautore che amava il mare.

Un sublime dialogo tra due isole, l’isola di Granito e l’isola del Giglio, aprirà la proiezione del documentario ‘De André – Storia di un impiegato’, diretto da Roberta Lena e prodotto da Ettore Caretta, Dori Ghezzi e Franco Di Sarro.
A fungere da sfondo sarà l’isola nella quale rivivrà l’immagine del Principe anche attraverso il ricordo intimo del figlio Cristiano, che torna indietro nel tempo con la mente alla casa di Portobello, dove è nato un capolavoro della musica come “Storia di un impiegato”.
La cornice paesaggistica oscilla tra rocce, spiagge, acque limpide e cespugli: una natura in cui musica e voce si uniscono in una danza di saperi, tradizioni, parole taglianti di Fabrizio De André detto “Faber”.
Una serata all’insegna dell’incontro e del dialogo, che permette di sognare, riflettere, ricordare una natura con la quale il cantautore aveva un rapporto privilegiato, mentre era solito passeggiare da solo nelle campagne: “Conosceva tutte le varietà di piante che avevamo in giardino, gli animali sul nostro territorio, era senza dubbio la sua passione, era innamorato della campagna, faceva delle camminate infinite nella Faggeta – afferma l’amico Alberto Santini – E’ sempre stato un solitario, si perdeva nel verde e nei suoi pensieri.”

FRANCESCO ARPINO: “NEGLI ULTIMI ANNI LA MUSICA VIENE ABBINATA AD UN’IMMAGINE, DA SOLA HA POCA FORZA” 

Francesco Arpino, cantautore, musicista e produttore discografico ha parlato in esclusiva ai microfoni di Miami Vice Radio per raccontare la sua storia musicale e il suo rapporto con i tanti artisti di successo con cui ha collaborato. Cresce ascoltando Elton John, Police, Elvis Costello, The Beatles. L’amore per questi artisti e per la musica anglosassone lo porta verso l’Inghilterra così nel 1998 lascia l’Italia e arriva a Londra dove lavorando al fianco di artisti di calibro internazionale impara e getta le fondamenta della sua musica futura.  Leggi tutto